Takeshi Kitano

(Tokyo, 1947)

Attore cinematografico e televisivo, scrittore e commediografo. Kitano, più di altri, è capace di cogliere le contraddizioni e la crisi di valori del Giappone contemporaneo, in una serie di film di grande originalità linguistica e dalla drammaturgia lineare, ma non per questo meno profonda.

Esordisce nella regia con una pellicola di cui doveva essere attore protagonista; il film, del 1989, è Violent Cop (Sono otoko, kyôbô ni tsuki) in cui gli elementi tradizionali del cinema gangsteristico sono come capovolti da uno stile originale e innovatore, inconsueto e affascinante.

Nei film di Kitano la Yakuza (la mafia giapponese) è elemento ricorrente, alla stregua del suicidio e del mare. L'eroe è spesso un vendicatore dagli ideali di giustizia discutibili; tuttavia l'umorismo della regia e l'ironia di molte scene violente creano un effetto straniante.

Su questa linea di ricerca, al tempo stesso tematica e stilistica, si collocano le altre sue opere, pervase da una melanconia, che non esclude una violenza crudele, che fa dei suoi eroi-antieroi, gli emblemi di una generale crisi esistenziale. Si vedano, in quest'ottica Boiling Point (3-4 x jûgatsu, 1990) e Silenzio sul mare (Ano natsu, ichiban shizukana umi,1992).

Il successo internazionale arriva con Sonatine (id., 1993), una riflessione sulla solitudine e sulla fine delle illusioni; lo sguardo è distante dai codici del cinema di genere sulla yakuza, e predilige i campi totali, i campi lunghi e l'uso di rumori quali elementi narrativi. Nel 1994 fonda la casa di produzione indipendente Office Kitano, lo stesso anno rimane coinvolto in un incidente motociclistico molto grave che gli paralizza una parte del viso. Sarà durante la convalescenza che inizierà a dipingere i quadri che diverranno parte del film Hana-Bi - Fiori di fuoco (Hana-Bi, 1997).

La pellicola vince il Leone d'oro alla Mostra di Venezia e inaugura una nuova fase del cinema di Kitano, più intima e riflessiva, come dimostra L'estate di Kikujiro (Kikujirôno natsu, 1999), vicenda d'un delicato rapporto fra un adulto e un bambino, soffusa di quella poesia intimista e memoriale che è una delle qualità maggiori dell'arte di Kitano. Da segnalare, infine, i successivi Dolls (id., 2002) e Zatoichi (id., 2003), nel quale riprende un classico telefilm giapponese che ha per protagonista un samurai cieco.

 

L'estate di Kikujiro  (Kikujirôno natsu1999)

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