(Cincinnati, Ohio 1947)
Inizia a lavorare alla fine degli
Anni Sessanta come regista di fortunate serie televisive. L'ironia
e il gusto per il fantastico saranno presenti in tutta la sua
produzione cinematografica, in cui la realtà quotidiana, quella di
un possibile futuro o di un nostalgico passato è rappresentata in
un uno stile teso, coinvolgente, spettacolarmente efficace.
Già il suo film d'esordio
Duel (1971)
si presenta come una metafora del vivere quotidiano, pervasa da un
senso angoscioso d'incertezza, senza rinunciare a un pizzico
d'ironia e di visione fantastica del reale. Elementi che si
ritrovano, variamente mescolati, tanto in Sugarland
Express (1974),
un'avventura di amore e morte sulle strade americane, quanto in
Lo squalo (Jaws, 1975), in cui la paura già presente in
Duel acquista la forma di una mostruosità incombente e
minacciosa che sconvolge la vita di una cittadina balneare: il film
è il primo grande successo di Spielberg che gli permette di
ottenere dalle major di Hollywood alti budget per i suoi film
futuri, che saranno storie sempre più emozionanti e perfette.
Spielberg pare orientarsi sempre
più verso il fantastico e l'avventuroso, memore anche della lezione
di Walt Disney e del suo cinema per l'infanzia: i film seguenti
tendono infatti a presentarsi come spettacoli per tutti, in una
sapiente e spesso efficace sintesi di elementi diversi, dalla fiaba
all'avventura, dall'amore per il cinema del passato al fumetto, dal
romanzo popolare alla letteratura infantile.
Al filone fantascientifico
appartengono Incontri ravvicinati del terzo
tipo (Close Encounters of the Third Kind, 1977), dai risvolti
moralistici, quasi mistici, E.T.
L'extraterrestre (E.T. The Extra-Terrestrial, 1982), Jurassic
Park (1993),
viaggio fantastico in una preistoria ricreata nel mondo
contemporaneo e il suo seguito Il mondo perduto - Jurassic
Park (The Lost Word - Jurassic Park, 1997), in cui i notevoli
effetti speciali sorreggono l'esilità della storia, A.I.
Intelligenza artificiale (A.I. Artificial
Intelligence, 2001) e Minority Report (2002).
Ma Spielberg non si limita a
procedere nella direzione della fantascienza, abbracciando il film
d'avventura in particolare con i quattro titoli dedicati
all'archeologo investigatore Indiana Jones, girati tra il
1981 e il 2008 e con Hook,
Capitan Uncino (Hook, 1991), in cui Spielberg celebra le gioie della
regressione all'infanzia, aggiornando la fiaba di Peter Pan con un
messaggio antiyuppie.
Si dedica più volte anche al tema
bellico, rappresentandolo in maniere estremamente diversificate:
1941: Allarme ad Hollywood (1941, 1979), film di guerra
paradossale e comico; Schindler's List (1993), sofferta e
partecipe rappresentazione degli orrori del nazismo e della
persecuzione degli ebrei, film di grande significato morale che
raggiunge, in talune sequenze, la dimensione della tragedia; Salvate il
soldato Ryan (Saving Private Ryan, 1998), commosso ricordo,
non privo di violenza e grandiosità epica, delle vittime americane
della Seconda guerra mondiale. Nella produzione del regista si
annoverano, inoltre: Il colore viola (The Color
Purple, 1986),
affresco storico-sociale sulla comunità nera nell'America della
prima metà del Novecento che riprende senza ripensamenti la
tradizione del cinema epico alla Via col
Vento (Gone with the Wind, Victor Fleming, 1939); L'impero del
Sole (Empire of the Sun, 1987), l'avventura di un ragazzino nel turbine
della guerra, che contiene scene e sequenze di grande suggestione;
Munich (2005)
che lo conferma sempre attento alle problematiche sociali e umane,
pur in un'ottica spettacolare e popolare.
Parallelamente al cinema dal vero,
coltiva l'interesse per l'animazione, sfociata, nel 1994, nella fondazione
della Dreamworks SKG, produttrice di fenomeni come
Shrek (2001), oltre che nella regia di Le avventure
di Tintin - Il segreto dell'unicorno (The Adventures
of Tintin - The Secret of the Unicorn, 2011), realizzato con la
tecnica motion capture.
Salvate il
soldato Ryan (Saving Private Ryan, 1998)