Sam Peckinpah

(Fresno, California 1926 - Inglewood, California 1984)

Dopo gli studi d'arte drammatica e la laurea alla University of Southern California, entra nei marines e combatte nella seconda guerra mondiale.

Proveniente dal teatro e dalla televisione, Peckinpah ha saputo elaborare nei suoi film un discorso fra nostalgia e violenza, individualismo e analisi critica della realtà sociale, ottenendo risultati notevoli: l'inquietudine nelle forme della violenza esplicita o dello sconforto, del rifiuto delle convenzioni o dell'aggressività incondizionata è il tema ricorrente dei suoi film, anche al di fuori del genere western, che per molti anni è apparso il suo prediletto, rappresentato in otto titoli sui tredici da lui diretti.

Con Il mucchio selvaggio (The Wild Bunch, 1969), di estrema violenza formale, stile aggressivo, forte tensione drammatica, e con La ballata di Cable Hogue (The Ballad of Cable Hogue, 1970), tutto sorretto da una visione elegiaca dell'esistenza, i due poli del cinema di Peckinpah si manifestano appieno, dando origine a due opere che sono forse le più compiute e personali del regista californiano. Il pessimismo si riscatta in un'ironia amara che sottolinea l'inquietudine esistenziale comune a buona parte del cinema americano degli anni Sessanta.

In seguito, tanto Cane di paglia (Straw Dogs, 1971), ambientato nella campagna inglese ed incentrato sulla violenza all'interno di un microcosmo che sembra fuori dal tempo e dallo spazio, quanto Getaway (The Getaway, 1972), storia di una coppia di fuorilegge in fuga, forniscono altre due versioni del medesimo tema della solitudine dell'individuo in una società disumana, dell'aggressione personale come risposta all'aggressione collettiva, della rivolta del singolo contro la crudeltà sociale.

Queste variazioni sul tema centrale, sono approfondite prima con un ritorno al mondo western in Pat Garrett e Billy the Kid (Pat Garrett and Billy the Kid, 1973), Voglio la testa di Garcia (Bring Me the Head of Alfredo Garcia, 1974), poi con nuovi temi, in un'analisi critica lucida e severa della società contemporanea con Killer Elite  (id., 1975), La croce di ferro (Cross of Iron, 1976), Convoy. Trincea d'asfalto  (Convoy, 1978) e Osterman Weekend (id., 1983), testimonianze dirette, agghiaccianti e polemiche di quei fermenti culturali e politici che hanno agitato violentemente le acque del cinema hollywoodiano in un periodo storico in cui alle speranze dell'amministrazione kennediana hanno fatto seguito le profonde delusioni e le gravi incertezze dei periodi Johnson e Nixon. 

 

Il mucchio selvaggio (The Wild Bunch1969)

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