(1952)
La figura di Roberto Benigni si
colloca in quel gruppo eterogeneo di giovani registi che, nel corso
degli Anni Ottanta, si sono affermati con opere originali,
diventando un punto di riferimento nell'ambito della produzione
cinematografica italiana.
Già conosciuto come attore
televisivo e teatrale, Benigni si afferma nel cinema come attore
interpretando pellicole famose come Berlinguer ti voglio
bene di Giuseppe Bertolucci, Chiedo asilo di Marco Ferreri,
Il minestrone di Sergio Citti. Esordisce come regista con
Tu mi turbi (1982), film comico a episodi, dirige con Massimo
Troisi la commedia Non ci
resta che piangere (1984), narrando l'esilarante vicenda di due
personaggi, un maestro e un bidello, che si trovano proiettati nel
passato, in un gustoso intreccio tra comicità e dramma, spirito goliardico e critica
di costume.
Dalla fertile collaborazione con lo
sceneggiatore Vincenzo Cerami nascono opere di elevato spessore
espressivo: Il piccolo diavolo (1988), pungente satira
sulla moderna società di massa; Johnny Stecchino (1991), con cui Benigni
vince il Nastro d'Argento come miglior attore; Il mostro
(1994), una parodia
del genere poliziesco, caratterizzata da
un pregevole rinnovamento dei tradizionali strumenti della
comicità. Lo stile comico e drammatico di Benigni raggiunge uno dei
migliori risultati ne La vita è bella (1997), Premio Oscar per
il miglior film straniero e indiscusso capolavoro
dell'attore-regista toscano, che affronta nientemeno che il tema
dell'Olocausto. Nel 2007, con l'opera fantastica La tigre e la
neve, storia d'amore nella cornice storica della guerra in
Iraq, Benigni ottiene il Nastro d'Argento per il miglior
soggetto.
La vita è
bella (1997)