(South Shields, 1937)
Si diploma al Royal College of Arts
di Londra, lavora in alcune produzioni televisive per la Bbc negli
anni Sessanta e successivamente si fa notare come uno dei più
originali registi di spot pubblicitari, per esordire alla regia
cinematografia nel 1977 con I duellanti (The
Duellist), da un racconto di Conrad, un elegante film
d'avventura che dimostrò la sua grande capacità registica e la sua
fine cultura, caratterizzato dal sapiente uso dei campi lunghi,
dell'ambiente e della figura : con questa pellicola vince il premio
speciale della giuria al Festival di Cannes. È però con
Alien (id., 1979) e con il successivo Blade Runner
(id., 1982),
realizzati ad Hollywood, che paura e angoscia si manifestano
appieno, rivitalizzando in un'ottica postmoderna l'horror e la fantascienza.
Bastano alcune immagini emblematiche, l'ambiente meticolosamente
descritto, il ritmo teso della narrazione in cui le pause
acquistano una funzione drammatica intensa a fare di queste opere
dei saggi esemplari del cinema dell'angoscia contemporanea. Una
dimensione etica e estetica che Scott è andato edulcorando e, in
parte svuotando, nel successivo Legend (id., 1985), in cui la
fantascienza, sulle orme di Lucas e Spielberg, si tinge dei colori della
fiaba.
Con i film successivi i suoi
interessi si sono ampliati verso una più articolata e sfaccettata
descrizione della realtà, mantenendo da un lato quel senso di
oppressione che fu proprio dei suoi primi film, dall'altro
aprendosi al gusto dell'avventura che già era presente tanto ne
I duellanti, quanto in Legend. In quest'ambito
vanno considerati i buoni risultati di Chi protegge il
testimone (Someone to Watch Over Me, 1988), uno spaccato
sociale attraversato da un conflitto di caratteri, l'eccellente
tenuta spettacolare di Black Rain (id., 1989), dramma della
malavita teso e psicologicamente approfondito e l'affascinante
doppio ritratto femminile di Thelma & Louise
(id., 1991).
Queste qualità paiono venire meno,
nonostante una regia sempre tenuta su un alto livello formale e
visivo, sia in 1492 - La scoperta del Paradiso (1492 :
Conquest of Paradise, 1992), sia in L'albatross - Oltre la
tempesta (White Squall, 1996) e in Soldato Jane (G.I.
Jane, 1997). Per
riscattarsi, non soltanto sul piano di una spettacolarità
coinvolgente ed affascinante, nello storico-avventuroso Il
gladiatore (Gladiator, 2000), kolossal ambientato nell'antica Roma che ha
riscosso un grandissimo successo commerciale. Scott rispolvera lo
spettacolo in costume nel 2005 con Le Crociate (Kingdom of
Heaven) e nel 2010 con Robin Hood (id.), con
risultati non esaltanti. Si dedica ai conflitti del mondo
contemporaneo prima con Black Hawk Down (id., 2001), basato sulla
descrizione di fatti realmente accaduti in Somalia all'inizio degli
Anni Novanta, poi con Nessuna Verità (Body of
Lies, 2008),
ambientato in Iraq e Giordania.
Accomunati alle produzioni
precedenti dagli avvenimenti violenti, nella produzione di Scott si
annoverano ancora Hannibal (id., 2001), non
particolarmente convincente, e American
Gangster (id., 2007), curato e ben riuscito; le uniche
concessioni di Scott alla leggerezza sono Il genio della
truffa (Matchstick Men, 2003) e Un'ottima
annata (A Good Year, 2006), entrambi piacevoli, sebbene non
particolarmente brillanti.
Blade
Runner (1982)