Pietro Germi

(1914 - 1974)

Regista, sceneggiatore ed attore, Germi recita in alcuni film prima di fare il suo esordio alla regia nel 1946 con Il testimone. Attento osservatore della società italiana dell'epoca, dirige In nome della legge (1949), ispirato ai western di John Ford, e Il cammino della speranza (1950), pellicole nelle quali vengono affrontati temi delicati come la mafia e l'emigrazione, argomenti ancora poco conosciuti dal grande pubblico. Quello di Germi è un cinema impegnato, che si fa portavoce delle forti passioni democratiche nate nel secondo dopoguerra.

Capace di cambiare agevolmente genere, a partire dalla metà degli anni '50 il regista dirige una serie di film più leggeri, come Il ferroviere (1956) o Un maledetto imbroglio (1959), uno dei migliori gialli/polizieschi del nostro cinema, pellicole che anticipano la commedia all'italiana degli anni '60 di cui proprio Germi fu uno dei massimi esponenti.

Con Divorzio all'italiana (1961), infatti, il regista raggiunge il punto più alto della sua cinematografia, rappresentando con perfidia ed ironia l'alta borghesia siciliana e le noiose consuetudini della vita di provincia.

Il ritratto amaro e disincantato della società dell'epoca continua a contraddistiguere i suoi ultimi film, tra cui Sedotta e abbandonata (1964) e Signore e Signori (1966).

Debilitato dalla malattia, non riuscirà a portare a termine il suo ultimo progetto, Amici miei (1975), a lui dedicato e diretto dal suo amico Mario Monicelli.

 

Divorzio all'italiana (1961)

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