(New York 1942)
Figlio di immigrati siciliani che
vivono a New York, quartiere Little Italy, trascorre un breve
periodo in seminario e poi frequenta la scuola di cinema della New
York University. Due sono i leitmotiv che percorrono quasi tutte le
sue opere: la rappresentazione dell'amata New York e la violenza,
vista dal regista come amara base fondante di tutti i rapporti
sociali, com'è evidente sin dagli esordi con Chi sta bussando
alla mia porta? (Who's that Knocking at my
Door?, 1969),
America1929: sterminateli senza pietà (Boxcar
Berta, 1972),
Mean Streets. Domenica in chiesa, lunedì
all'inferno (Mean Streets, 1973), quest'ultimo uno
dei suoi film più personali e di successo, in cui le vicende di un
giovane newyorkese, tra violenza e sentimento, amori e amicizie,
diventano quasi l'emblema di un disagio esistenziale colto nel suo
progressivo manifestarsi incontrollato e con il quale Scorsese
arricchisce il suo cinema di una prospettiva religiosa.
Mean Streets è anche
il film che segna l'inizio della fortuna collaborazione fra il
regista e Robert De Niro, magistrale interprete di molte pellicole
di Scorsese, indimenticabile in Taxi Driver (1976), palma d'oro al
Festival di Cannes, Toro Scatenato (Raging
Bull, 1980),
biografia romanzata del campione di boxe Jake La Motta, New
York New York (1977) musical memoriale, ricco di elementi narrativi,
di motivi sentimentali e d'una leggera nostalgia per il passato,
Re per una notte (The King of Comedy, 1982), commedia amara,
pervasa da un senso di disfacimento e di tristezza esistenziale,
Cape Fear.
Il promontorio della
paura (Cape Fear, 1991) dramma esistenziale e ambiguo e
Casinò (Casino, 1995), uno straordinario spaccato della vita
convulsa e malavitosa di Las Vegas. Sospese fra realtà e finzione,
ricordi e sogni, osservazione minuta dei fatti e approfondimento
psicologico dei personaggi, le opere di Scorsese compongono una
galleria di ritratti e di ambienti che, al di là del loro
intrinseco valore artistico, descrivono argutamente la vita sociale
e la cultura diffusa americane. Oltre ai titoli citati ne sono
validi esempi Alice non abita più qui (Alice
Doesn't Live Here Anymore, 1974), Fuori orario (After
Hours, 1986),
altro film metropolitano, notturno e privo d'un centro narrativo,
Il colore dei soldi (The Color of Money, 1986), Quei bravi
ragazzi (The Goodfellas, 1990), ancora a proposito
della mafia americana.
Appartengono invece a un altro
registro il film concerto L'ultimo valzer (The
Last Waltz, 1978), L'ultima tentazione di
Cristo (The Last Temptation of Christ, 1988), dal romanzo di
Nikos Kazantzakis, L'età dell'innocenza (The Age
of Innocence, 1993), dall'omonimo romanzo di Edith Warthon,
Kundun (1997)
biografia del XIV Dalai Lama percorsa da un'autentica spiritualità
che conferisce all'insieme una dimensione di profonda suggestione,
Al di là della vita (Bringing out the Dead,
1999), che ripropone
New York in versione principalmente notturna e The
Aviator (2004), sulla vita di Howard Hughes.
Quelli presi in considerazione da
Scorsese sono aspetti diversi, ma concomitanti di una
rappresentazione della realtà che mescola abilmente i più diversi
ingredienti dello spettacolo cinematografico tradizionale, con una
libertà d'invenzione, un gusto per l'improvvisazione, una sottile
ironia, una sapienza stilistica, che riescono a trasformare anche
le situazioni più banali o scontate, gli ambienti più
convenzionali, in simboli e metafore della società, in cui
l'individuo rischia di essere sommerso nelle acque limacciose della
collettività.
I suoi film più recenti ben si
legano alle tematiche fondanti della violenza, dell'incertezza fra
realtà ed apparenza, traducendosi in Gangs of New York (2002), The Departed.
Il Bene e il Male (The Departed, 2006), Oscar per il
miglior film e la miglior regia, e Shutter Island (2009). Pare allentare la
tensione violenta il recentissimo Hugo
Cabret (Hugo, 2011), spettacolare favola vincitrice di 5 Academy
Awards tecnici.
Taxi
Driver (id., 1976)