Jia Zhangke

(1970)

Uno degli esponenti più interessanti del cinema cinese contemporaneo è Jia Zhangke, nato nel 1970 a Fenyang e appartenente alla cosiddetta "sesta generazione", un gruppo di giovani registi che esordisce negli Anni Novanta.

In un contesto di grandi trasformazioni economiche e sociali, l'opera di Jia Zhangke affronta la fine dell'ideologia maoista e l'apertura al modello capitalistico occidentale e agli inevitabili influssi culturali che ne derivano.

Scrittore e sceneggiatore, esordisce come regista con Borsaiolo (Xiao wu, 1997), lungometraggio che narra la deriva  di un giovane ladro che perde progressivamente i legami affettivi e sociali sulla strada della delinquenza. Il film viene premiato al Festival di Berlino ma anche censurato dal governo cinese, che ritiene che la realtà della Cina vi venga rappresentata in modo troppo duro.

Seguono altre opere di forte impatto drammatico, caratterizzate da una narrazione d'ampio respiro e da una profonda sensibilità introspettiva: ne sono esempi Piattaforma (Zhantai, 2000), che attraverso le vicende di una compagnia teatrale si confronta con il delicato tema dei cambiamenti della Cina di fronte alla modernizzazione; Piaceri sconosciuti (Ren xiao yao, 2002), film drammatico su uno spaccato di gioventù cinese di provincia; Dong (2006), straordinario documentario sull'opera dell'artista Liu Xiaodong e Still Life (Sanxia Haoren, 2006), con cui Jia Zhangke vince il Leone d'oro alla mostra di Venezia.

 

Still Life   (Sanxia Haoren2006)

umbraco.MacroEngines.DynamicXml