(1920 - 1993)
Tra i più influenti registi del XX
secolo, Fellini cresce con la passione del giornalismo. Nel 1939 si trasferisce a
Roma, dove pubblica i suoi primi articoli ed entra in contatto con
scrittori e sceneggiatori. Fellini scrive pezzi comici per
trasmissioni radiofoniche e comincia a collaborare alle
sceneggiature di alcuni film, tra i quali Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini, per cui
riceve una nomination all'Oscar.
Nel 1950 gira il suo primo
lungometraggio, Luci del varietà , in collaborazione con
Alberto Lattuada per poi dirigere Alberto Sordi ne Lo sceicco
bianco (1952) e ne I vitelloni (1953).
L'ironia provinciale e
l'autobiografismo delle prime pellicole lasciano spazio alla
riflessione più profonda sulla condizione umana de La
Strada (1954) e Le notti di Cabiria (1957), entrambi premiati
con l'Oscar per il miglior film straniero.
Con La dolce
vita (1960), 8 ½ (1963), e Giulietta degli spiriti (1965) (film in cui il
regista usa per la prima volta il colore), Fellini dà voce alle proprie
preoccupazioni riguardo alla decadenza della società moderna, ma
anche alle aspirazioni che contraddistinguono il suo modo
d'intendere l'esistenza e l'arte.
Roma (1972) e
Amarcord (1973) riassumono i temi più cari al regista, dalla
pungente ironia degli inizi alla malinconica visione del mondo
delle ultime pellicole.
Il suo ultimo film, La voce
della luna (1990) è diretto tra anni prima della morte.
8 ½ (1963)