(A.Kaurismaki, Le Havre, 2011)
Marcel Marx fa il lustrascarpe alla
stazione dei treni di Le Havre, vive con la moglie Arletty,
gravemente malata, e la loro cagnetta di nome Laika. Un giorno
Marcel incontra per caso Idrissa, giovane immigrato clandestino che
è arrivato in Francia in un container e vorrebbe raggiungere la
madre in Inghilterra. Marcel non si tira indietro e decide
coraggiosamente di aiutare il ragazzo a passare la Manica,
coinvolgendo in questa avventura una serie di personaggi come la
barista, la panettiera, il fruttivendolo.
Considerato uno dei migliori film
di Kaurismaki, Miracolo a Le Havre
affronta il difficile e irrisolto problema dell'immigrazione
clandestina e dei profughi con l'inconfondibile stile del regista
finlandese: linguaggio essenziale, silenzi alternati a secche
battute, immagini statiche e lente sequenze.
Ne risulta un sapiente intreccio di
ottimismo e amarezza, un messaggio di forte attualità rispetto ad
un mondo che sembra non credere più ai miracoli, ma che in fondo
trova nell'anti-eroe Marcel un motivo di speranza.