(F. Lang, 1926)
Nel 2026 in una metropoli
ipermeccanicizzata, ricalcata sulla New York reale, gli operai sono
costretti a lavorare in una condizione di semi-schiavitù per volere
del dittatore Johann Frederson, che sostiene e guida una società
nettamente classista. Il figlio di Frederson, Freder, incontra la
dolce e mite Maria, figura carismatica appartenente al ceto
inferiore, grazie alla quale viene a conoscenza delle condizioni
degli operai e di cui presto si innamora. Intanto Johann Frederson,
avvertito dei propositi di ribellione dei lavoratori, decide di
sfruttare l'ascendente di Maria per evitare la rivolta: commissiona
allo scenziato Rothwang un robot con le sembianze della ragazza,
che tenga sotto controllo e spenga le velleità di opposizione degli
operai. Rothwang rapisce la giovane e ne trasferisce l'immagine al
robot Hel, ma, covando propositi di vendetta verso il dittatore,
che fu suo rivale d'amore, utilizza il robot-Maria per seminare
ancor più discordia e propositi di distruzione. Saranno Maria e
Freder, che è riuscito nel frattempo a liberare la fanciulla, a
riconciliare gli operai con la classe dominante, ponendo le basi
per un nuovo sistema sociale.
Sceneggiato da Lang e dalla moglie
Thea Von Harbou, Metropolis è considerato uno dei
maggiori kolossal fantascientifici della storia del cinema,
soprattutto sotto l'aspetto formale: il film unisce effetti
speciali sorprendenti, scenografie architettoniche imponenti
(frutto della combinazione di modellini con sfondi a grandezza
naturale) con un'organizzazione geometrica rigida dello spazio e
del movimento, che assume un notevole impatto visivo nelle scene di
massa; la prevalenza di tempi lunghi, il dinamismo ridotto
all'interno dell'inquadratura e il montaggio attento
all'effetto ottico piuttosto che a quello drammatico accentuano
l'aspetto figurativo e sono filiazione diretta della formazione
artistica pittorica e architettonica del regista.
Alla sua uscita fu accusato di
comunismo dai distributori americani, mentre, per il suo finale
conciliatorio e di pacificazione sociale, venne apprezzato dal
nazismo, in primis da Goebbels e Hitler.