(F. Truffaut, Les quatre-cent
coups, Francia 1959)
Interpreti: Jean-Pierre Léaud,
Albert Rémy, Claire Maurier, Patrick Auffay, Pierre Repp
Antoine Doinel è un ragazzino
trascurato dai genitori, va male a scuola, ha un unico amico con
cui architetta scherzi ai danni dei compagni e dei professori, ed è
alla continua ricerca di una possibilità di fuga dal mondo ostile
in cui si sente intrappolato. Un giorno, per giustificare
l'ennesima assenza, s'inventa la morte della madre; viene subito
scoperto e così scappa da casa. La libertà dura poco, ma al rientro
in famiglia trova i genitori affettuosi e premurosi, così da fargli
promettere di comportarsi bene.
Dopo qualche giorno però, un professore lo accusa di aver copiato
il tema, e Antoine scappa di nuovo, questa volta con l'amico. I due
rubano una macchina da scrivere dall'ufficio dove lavora il signor
Doinel, ma non riescono a venderla, sono scoperti e Antoine viene
arrestato e spedito in riformatorio. Durante una partita di calcio,
il ragazzo riesce a fuggire e, correndo, arriva fino al mare che
non aveva mai visto. Là, sulla spiaggia, Antoine conosce per la
prima volta la felicità.
Partendo da uno sguardo realistico
e autobiografico, Truffaut con questo primo film
rinnova a fondo il cinema francese, e non solo, ponendo al centro
lo spirito critico dell'autore, per cui ogni inquadratura, ogni movimento di
macchina, ogni voce, ogni stacco di montaggio dovrà avere una valenza morale
e politica prima ancora che estetica o narrativa.