Cabiria

(G. Pastrone, 1914)

Durante la seconda guerra punica, la piccola Cabiria, rapita dai pirati, viene venduta come schiava a Cartagine. Il sacerdote Karthalo decide di sacrificarla al dio Moloch, ma la fanciulla viene salvata sul patibolo da Fulvio Axilla, una spia romana, e dal suo servo, il gigante Maciste,  riuscendo così a fuggire. Divenuta adulta, Cabiria, ora confidente della regina Sofonisba, viene riconosciuta dal sacerdote Karthalo, che, grazie alla sua potenza, ottiene che la ragazza venga immolata al dio Moloch. Ancora una volta, complice il disordine provocato dall'assedio del generale romano Scipione, sarà l'intervento di Fulvio Axilla, accompagnato dal servo Maciste, a liberare Cabiria, che finirà con lo sposare il suo salvatore.

Uno dei primi esempi di kolossal storico e, certamente, uno dei più famosi del cinema italiano, si avvale di un ingente impegno produttivo: location sia in Italia che in Tunisia, le didascalie scritte da Gabriele D'Annunzio, la Sinfonia del fuoco creata dal compositore Ildebrando Pizzetti, circa un milione di lire-oro la spesa complessiva. Con l'ausilio dell'operatore Segundo de Chomón, a cui è affidata la fotografia, Pastrone realizza un film spettacolare, che utilizza tutti i mezzi tecnici disponibili all'epoca, dalla sovrimpressione ai movimenti di macchina tramite il carrello e, non ultimo, l'uso del sonoro.

 

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