Le origini del "racconto"
cinematografico vanno ricercate nel cinema americano di inizio
Novecento. In seguito ad un calo d'interesse da parte del pubblico
per le ormai consuete piccole attrazioni cinematografiche da fiera,
a partire dal 1905
l'apertura di grandi sale cinematografiche a prezzi contenuti (i
cosiddetti nickelodeons) rivoluziona la situazione. Il
pubblico diventa fisso, abituale, costituito dalle fasce più
emarginate della società che al cinema andava per dimenticare la
fatica quotidiana. Produttori e registi cominciarono dunque ad
avere maggiori occasioni per rinnovare il repertorio e tentare
nuove strade.
Accanto ai documentari, si
cominciarono a produrre film comici, storici, avventurosi, opere
brevissime che unite insieme formavano uno spettacolo di circa
mezz'ora. E' da questi semplici prodotti di consumo che nacque il
"racconto" cinematografico, così come lo si intende ancora
oggi.
Il primo esempio di cinema
narrativo è stato identificato dagli storici in The life of an
American Fireman, realizzato nel 1902 da Edwin S. Porter, basato su un tema
drammatico e narrativo di finzione, il cui sviluppo costituiva la
struttura interna d'un racconto per immagini. Nasceva il film
costruito su elementi tratti dalla vita quotidiana e su motivi
ispirati al romanzo popolare e ai giornali illustrati. La novità
essenziale consisteva nella ricerca della commozione scaturita
dall'identificazione dello spettatore con il personaggio-eroe della
vicenda come fine ultimo della rappresentazione. I film
rispecchiano la situazione critica della società di quegli anni pur
lasciando spazio al trionfo finale della giustizia e all'ideologia
del lieto fine.
Un contributo essenziale alla
codificazione del cinema come opera narrativa e nuovo linguaggio
artistico fu dato dall'americano David Wark Griffith, autore del
capolavoro La nascita di una nazione (The birth
of a nation, 1915). Il taglio particolare dell'inquadratura,
l'inserto di primi
piani con funzione drammatica o narrativa, l'impiego del montaggio
alternato, l'uso cosciente di effetti luce per accentuare la
drammaticità dell'azione e la scansione del racconto in brevi scene
che si integrano l'una con l'altra mostrano una precisa ricerca
formale. Da pretesto per mostrare strabilianti effetti speciali, la
storia divenne il primo interesse del regista, attento osservatore
di casi umani e creatore di personaggi sfaccettati e
psicologicamente complessi.
Sarà il genere comico a far proprie e a mettere a punto
il linguaggio cinematografico inaugurato da Griffith, grazie alla
sua principale caratteristica: la velocità. Ad opera di Mack
Sennet, nel 1910 si
diffondono le cosiddette slapstick comedie, comiche
"violente" in cui schiaffi e calci, cadute e torte in faccia
costituiscono i motivi ricorrenti della comicità. Film rozzi,
banali ma carichi di aggressività, mettevano in burla la
rispettabilità borghese e intanto sviluppavano elementi della
composizione cinematografica quali il ritmo narrativo, il montaggio come asse
della costruzione drammatica, la recitazione non teatrale,
l'alternanza dei piani, il movimento interno all'inquadratura.
Negli stessi anni, in particolare
grazie all'opera di Thomas Harper Ince e ai personaggi di William
Surrey Hart, si sviluppò il genere western (già inaugurato da Porter e
Griffith) basato essenzialmente sull'azione dei personaggi,
costruito su pochi elementi narrativi e drammatici che si
rifacevano alla tradizione del romanzo di avventure e strutturato
in una serie di schemi formali che attingevano abbondantemente ai
canoni del cinema di movimento (tipici del genere comico).
Il cinema americano degli Anni
Dieci portò a maturazione le ricerche, le sperimentazioni, gli
ingenui tentativi del primo cinema narrativo e drammatico, e
anticipò i modelli estetici e la tematica del cinema di larga
diffusione degli anni seguenti.
Nello stesso periodo, in Europa
cominciarono a delinearsi stili differenti di cinema secondo una
connotazione nazionale. In Francia si andò affermando un cinema che
si esplicò in tre direzioni diverse, ma parallele: il comico (dei personaggi
di Max Linder), il fantastico (di Émile Cohl, considerato
l'inventore del disegno animato) e il naturalistico (di Louis
Feuillade, geniale e fine regista diserials).
In Italia, si fecero strada i
grandi soggettistoricie le riduzioni di opere letterarie con una
predominanza delle scenografie, d'una recitazione di stampo
teatrale e una narrazione magniloquente. Il cinema storico italiano si
affermò in tutto il mondo, dando origine ad un vero e proprio
genere cinematografico di cui stabilì i primi canoni estetici (il
modello per eccellenza fu Cabiria di Giovanni Pastrone, 1914).
Cabiria (G.
Pastrone, 1914)