Oltreoceano, in concomitanza con la
svolta politica kennediana, il cinema americano si risolleva dalla
crisi maccartista, riprendendo la sua funzione di provocazione
intellettuale, di indagine critica e contestazione ideologica del
sistema e ponendo le basi del cinema underground.
Quest'ultimo - attingendo direttamente ai movimenti di avanguardia
degli Anni Venti - si focalizzò sull'esperienza interiore
dell'uomo, alle sue facoltà di percezione della realtà fenomenica e
alla liberazione dalla società repressiva (John Cassavetes, Andhy
Warhol).
Nonostante la crisi industriale e
commerciale che sconvolse la vecchia struttura hollywoodiana nel
corso degli Anni Sessanta, il superamento del conflitto insanabile
tra spettacolo hollywoodiano tradizionale e underground,
in una più moderna e articolata concezione del cinema che teneva
conto dei nuovi modelli sociali da rappresentare e le nuove
proposte contenutistiche e formali (uso di effetti speciali e
tecnologie avanzate) permisero al cinema americano di riprendere
quota negli Anni Settanta, riproponendosi sul mercato
internazionale come il più vivo e stimolante. È il ritorno del
cinema come "spettacolo", inteso come qualcosa di diverso o
addirittura opposto alla realtà fenomenica.
Il film che segnò la fine del
vecchio modello e la nascita di nuove forme fu Easy
rider di Denis Hopper (1969), seguito da altri autori come Robert Altman e
Sidney Pollak.
Una serie di nuovi registi si
imposero tra gli Anni Settanta e Ottanta con una serie di film di
grande spettacolo e grande successo popolare, ma non per questo
privi di spessore ideologico e di carica drammatica, modelli di un
cinema popolare e colto allo stesso tempo, coerenti con i gusti e
le mode delle nuove generazioni. Tra gli altri si segnalano Francis Ford
Coppola, Steven Spielberg, Brian de Palma,
Martin
Scorsese, David
Lynch, Ridley
Scott, Terence Malik autori che avendo
appreso la migliore lezione del cinema hollywoodiano classico
proseguirono verso una nuova strada fortemente
metaforica.
Gli Anni Settanta e Ottanta
trovarono il loro commentatore ironico, caustico e satirico
nell'attore e regista Woody Allen, la cui originalità si impose
all'attenzione del pubblico e della critica, soprattutto
europea.
Negli Anni Ottanta e Novanta, un
nuovo folto gruppo di registi permise l'ulteriore "aggiornamento"
del cinema americano, proponendo una rilettura dei generi
cinematografici tradizionali, sia sul piano dei contenuti sia su
quello della forma (i fratelli Coen, Abel Ferrara, Gus
Van Sant, Quentin Tarantino).
Pulp Fction (Q.
Tarantino, Usa 1994)