(1956)
Nel cinema danese contemporaneo
occupa un posto di primo piano la figura di Lars von Trier, regista
e sceneggiatore alla ricerca di uno stile cinematografico rigoroso
nella forma ma provocatorio e dissacrante nei contenuti.
Già autore di una complessa
trilogia sull'Europa e sulla crisi dei valori della civiltà
europea, composta da L'elemento del crimine (Element
of Crime, 1984),
Epidemic (1987) ed Europa (1991), von Trier si
afferma sulla scena internazionale con il dramma Le onde del
destino (Breaking the Waves, 1996), in cui la
mentalità chiusa di un piccolo paese scozzese fa da sfondo alla
storia di una giovane coppia.
Insieme ad altri giovani registi
danesi fonda il movimento "Dogma 95", che, attraverso una serie di
regole volutamente anti-hollywodiane, ha l'obiettivo di recuperare
la valenza peculiare del cinema, inteso come strumento per
registrare la pura realtà. Le riprese fatte sul luogo, il suono che accompagna le immagini, la
pellicola a colori senza luci speciali e filtri, la camera in spalla e il
divieto di film di genere: sono
alcune delle indicazioni del movimento che tuttavia si esaurisce in
breve tempo, senza portare di fatto alla rinascita del cinema
danese.
E' proprio il successivo film di
von Trier a disattendere in parte il rigido codice di Dogma
95: Dancer in the Dark (2000) è un musical tendente al noir, che si
afferma per la sua drammatica spettacolarità e vince la Palma d'Oro
a Cannes.
Le onde del
destino (Breaking the Waves, 1996)