(1885-1957)
Nato a Vienna da una famiglia di
commercianti ebrei, giunge negli Stati Uniti nel 1909 e nel 1914 fa il suo esordio
nel mondo del cinema, diventando assistente regista di Griffith,
sotto la cui direzione veste anche i panni dell'attore.
Dopo il debutto alla regia con
La legge della montagna (1919) e La chiave del diavolo (1920), drammi incentrati
sul classico triangolo borghese marito, moglie e amante, Stroheim
si impone all'attenzione di pubblico e critica con Femmine
folli (1922), storia di un cinico avventuriero russo ma,
soprattutto, violenta e sprezzante satira della borghesia
mitteleuropea: il film viene abbondantemente tagliato dalla casa di
produzione, sia per ragioni ideologiche che commerciali, mentre
intorno al regista nasce e si consolida la fama di autore
maudit.
La poetica amara e cupa di Stroheim
si definisce ulteriormente in quello che è considerato il suo
capolavoro, Greed (1924), racconto di immoralità e brama di denaro,
sullo sfondo di un'America provinciale e mediocre, ancora una volta
incentrato sulle vicende tragiche di tre protagonisti: l'edizione
commerciale del film, ridimensionata dai produttori, non verrà
riconosciuta dall'autore, così come accadrà per un altro suo
lungometraggio Sinfonia nuziale (1928), che fu smembrato
dalla Paramount in due tronconi, il secondo dei quali rivisto e
rimontato da Joseph von Stemberg. Nonostante la
trasformazione radicale, l'opera costituisce un altro tassello
dell'indagine corrosiva sulla crisi morale dell'alta società fatua
e ipocrita, che si rifugia nelle vuote convenzioni e in riti
paludati, rappresentata in questa occasione dal rampollo
dell'aristocrazia viennese Nicki, che è costretto a un matrimonio
d'interesse per mantenere lo status quo familiare.
Gli ultimi due film di Stroheim,
Queen Kelly (1928) e Walking Down Broadway (1932), risentono
nuovamente degli stravolgimenti produttivi, tanto che il primo,
interrotto durante la lavorazione per l'avvento del sonoro, verrà montato in
seguito da Gloria Swanson, mentre il secondo non verrà mai
distribuito e sarà totalmente rifatto. Come già accaduto in
precedenza, pur non rispecchiando l'idea originale del regista, le
due opere proseguono coerentemente il suo discorso poetico
anticonformista: in Walking Down Broadway, soprattutto,
compone una convincente galleria di personaggi e un vivace affresco
di ambienti e situazioni drammatiche.
Negli anni seguenti Stroheim smette
i panni di autore per continuare la propria carriera
cinematografica come attore: tra le sue interpretazioni più celebri
si possono citare La grande illusione (1937) di Jean Renoir e
Viale del tramonto di Billy Wilder.
Greed (1924)