(J. von Sternberg, Der
Blaue Engel, 1930)
Il severo professore di ginnasio
Rath, scoperto che i suoi allievi frequentano il malfamato locale
«Angelo azzurro», decide di recarvisi con l'intento di dissuaderli;
ma, una volta assistito all'esibizione della cantante Lola Lola, ne
viene irretito e se ne innamora perdutamente. Decide, perciò, di
sposarla e di seguirla costantemente nelle tournée, sebbene ciò
significhi abbandonare la professione d'insegnante e dilapidare i
propri risparmi. Costretto a esibirsi come clown pur di rimanere al
fianco della donna, subisce dall'impresario l'umiliazione di
recitare nella città natia: durante lo spettacolo sorprende la
moglie appartata con un altro artista e tenta di strangolarla,
venendo fermato e imprigionato in una camicia di forza. Una volta
liberato, mentre Lola esegue la canzone Ich bin die fesche
Lola, Rath si allontana per raggiungere l'aula della scuola in
cui insegnava, dove infine muore, accasciato sulla cattedra.
Primo film sonoro e unico girato in
Europa da Joseph von Sternberg, è tratto da
un romanzo di Heinrich Mann, del quale il regista accentua gli
elementi torbidi e decadenti, la negatività che caratterizza
l'agire umano e la visione della donna «fatale», istigatrice e
amorale, ruolo che viene interpretato alla perfezione da Marlene
Dietrich, che si affermerà a livello internazionale proprio a
partire da questa pellicola e grazie alla collaborazione con il
regista viennese.
Il dramma, definito da alcuni critici come
l'epilogo del cinema espressionista europeo e che vede tra i
protagonisti uno dei maggiori attori del muto, Emil Jannings, è
contraddistinto dall'impiego in funzione drammatica delle luci e
dalle scenografie deformate, arricchito da scelte tecniche quali dissolvenze, filtri o elementi
simbolici, per esempio il rintocco dell'orologio che chiude il
film, che enfatizzano lo stile «barocco» di von
Sternberg.
